vendredi 25 juin 2010

Barcelone : attaque incendiaire contre le stade de Camp Nou

"La nuit de mardi à mercredi 23 juin, en pleine ferveur médiatique pour la pathétique victoire de l’équipe espagnole, nous avons placé un engin incendiaire -composé de plusieurs litres d’essence et de deux bonbonnes de campinggaz- contre une filiale de la banque Caixa, située dans le stade de Camp Nou, à Barcelone. Bien qu’il s’agisse d’une des rares filiales bancaires de la ville qui n’abrite pas de sans-abri devant, ce n’est pas la raison pour laquelle nous l’avons choisie pour l’action, il ne s’agit pas d’un hasard. Nous avons décidé de l’attaquer concrètement parce qu’elle appartient aux installations de Camp Nou, que nous considérons comme le véritable objectif de l’action.

(la suite en italien : critique de la fonction du foot dans la domination. Si quelqu’un veut traduire...)

Dinanzi a tale scelta ci sarà certamente qualcuno che si scandalizzerà. Ci sarà chi, scuotendo la testa, si chiederà perché questo miscuglio tra calcio e "politica". Al contrario, a noi pare strano che non ci si aspettasse un attacco specificamente diretto contro questo mondo. Nonostante il clima di sconfitta e la regnante sonnolenza sociale, non smette mai di sorprenderci la faccia tosta con cui i nostri nemici credono di poter ingannarci continuamente.
I pesci grossi del governo e della borghesia che con tanto animo promuovono il mercato del calcio... si aspettavano sul serio di poter mantenere migliaia di disoccupati, migliaia di fottuti, sbavanti e con lo sguardo fisso su una palla che rimbalza da una porta all’altra senza voler intuire la trappola ? Credevano sul serio che nemmeno uno tra tutti noi avesse sputato la rabbia sullo spettacolo, che ci rassegnassimo ad applaudire e sorridere di fronte allo schermo, mentre il cappio non smette di stringersi sui nostri colli ? La funzione sociale svolta dallo schifoso mercato del calcio moderno, della squadra spagnola e del Barcellona in concreto, è profondamente politica. Abbiamo attaccato il Camp Nou per essere il nostro particolare e aggiornato circo romano, per il suo potere di distrazione e di alienazione in un momento di crescente miseria. L’abbiamo attaccato con una rabbia speciale, consci che stavamo anche colpendo un simbolo, un "segno" di attrazione internazionale che svolge un ruolo significativo nella trasformazione di Barcellona in un enorme estensione di plastica venduta alla speculazione ed al turismo. L’abbiamo attaccato perché, malgrado le manovre di propaganda, nel sottosuolo della vostra città-vetrina, nelle strade popolari, laddove non custodite con i manganelli, lontano dallo sguardo dei turisti e dei ricchi, si moltiplicano i gravi abusi che feriscono la nostra dignità e la nostra coscienza.
Tutti quelli che avete messo a dormire nei bancomat, le centinaia di persone che avete convertito in alcolizzate o dipendenti dagli antidepressivi, gli immigrati che cacciate per le strade come cani e che torturate fino alla morte nei CIE per non aver documenti.. L’angoscia, la paura, le code, i debiti, gli eterni secondi sotto lo sguardo del capo, gli ospedali, le carceri, i cimiteri... Come si festeggia tutta questa violenza ? Come ci si relaziona con l’onnipresente propaganda calcistica, se non con la furia e l’indignazione di chi si sente ingannato ?
Noi abbiamo scelto di continuare ad attaccare l’edificio sociale che avete costruito sulle nostre spalle, con l’eccitante illusione di vedere come qualche giorno crollerà con voi dentro... Con cautela, all’ombra degli stadi, delle banche, delle istituzioni e dello Stato, dei commissariati e delle sedi dei partiti politici, dimostrando che sotto la Barcellona anestetizzata palpita ancora la bella Rosa de Fuego che anni fa dominava la città, e che ancor oggi fiorisce con i suoi petali incandescenti nella distruzione di simboli e strutture dell’umiliazione accumulata. Torneremo ad attaccare... Ma, fino ad allora, lanciamo un messaggio a tutti quelli che stanno giungendo al limite della pazienza, che sentono nelle vene i battiti della rabbia, ma che ancora vacillano ed esitano a scendere in strada contro tanto abuso e tanta miseria :
NON C’E’ NULLA DA ATTENDERE, ADESSO E’ Il MOMENTO, ADESSO E’ IL NOSTRO MOMENTO.

invisibles

Informa-azione, Ven, 25/06/2010 - 12:51"


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